Diventare madri e ritornare bambine

La maggior parte delle donne, appena diventa madre affronta un periodo di estrema fragilità e necessita di molto sostegno e cura. Non è nato solo un bambino ma è nata anche una mamma che impara ogni giorno a conoscere il suo bimbo. Una mamma che ha mille dubbi e perplessità e che si rende conto presto che la maternità è ben diversa dal quadro idilliaco che spesso si conosce per sentito dire.

Ogni esperienza è diversa, io avevo  tentato di prepararmi, leggendo alcuni libri e articoli, parlando con amiche che avevano già figli, ascoltando i consigli di genitori e parenti, ma non avevo la minima idea su quanto sarebbe stata dura e quanto sarei stata sola.

Mi ricordo di aver pensato più di una volta che “non ero più me stessa” , mi guardavo allo specchio e “non sapevo più chi ero”.

Dopo la nascita del mio primo figlio avrei avuto bisogno di sostegno, un sostegno che in molti luoghi di Italia c’è grazie al lavoro di associazione fantastiche che sostengono le neo mamme nel loro percorso di maternità. Io con il primo figlio,  non l’ho cercato, un po’ perché non ne conoscevo l’esistenza, un po’ perché ho un carattere introverso e non mi mi butto in nuove esperienze con facilità. Non l’ho cercato anche perché avevo l’immensa fortuna di avere una famiglia di origine e un marito che hanno fatto di tutto per aiutarmi, tuttavia mi sono chiusa in me stessa e nella mia verità che credevo fosse unica e immutabile. Le mamme del mio corso preparto sembravano non avere molti problemi e procedere bene con l’allattamento, quasi tutti i bimbi dormivano di notte e avevo la sensazione che tutti avessero un figlio più “bravo” del mio e che sicuramente era colpa mia se mio figlio non dormiva o non mangiava dal seno.

Il senso di colpa, il senso di inadeguatezza, mi hanno accompagnano per i primi anni di vita di mio figlio, poi quando le cose hanno iniziato ad andare bene, i figli crescono e cambiano le cose, queste sensazioni si sono affievolite e sembrano essere scomparse. Prima o poi esse tornano e ti investono un’altra volta fino a costringerti a fare i conti fino in fondo perché capisci che diventare madre non ti trasforma per magia in una donna adulta. Anzi ci sono delle volte che ti senti più bambina del tuo bambino, quando ti sembra di non farcela più a gestire te stessa e un’altra piccola persona, quando desideri solo un po’ di libertà, un po’ di spazio. In quei momenti bui, si è rapiti da una serie di emozioni, il più delle volte dolorose come rabbia, tristezza, frustrazione e si ha una gran voglia di scappare e di mollare tutto. Ho sempre tentato di scacciare via quelle emozioni o di nasconderle. Da poco sto provando a “stare con quello che c’è” , insegnamento prezioso che mi ha dato la meditazione. Accogliere la bambina che è dentro di noi prenderla per mano, dirle che niente è per sempre, tutto cambia, che la paura e il dolore se ne andranno tra qualche momento.

La coscienza sa che le emozioni non rimangono per sempre. Paura, rabbia, dolore adesso ci sono, ma tra un po’ non ci saranno più, se le lasciamo dissolvere nel cuore. La mente non deve preoccuparsi di queste emozioni, vanno lasciate al cuore.

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